Ceramiche Albissola Marina e Albisola superiore. Stili e tradizioni.

Ceramiche di Albissola Marina o di Albisola superiore? I due centri, divisi solamente dal torrente Sansobbia, sono entrambi famosi (e paesi produttori) della famosa ceramica albisolese. La “s” e la “doppia s” dei due nomi risale ad un errore di trascrizione della Consulta Araldica del Regno d’Italia nel 1915. La produzione di ceramica inizia nel 1400 con le ceramiche “ingobbiate” e “graffite”, ma prosegue negli anni con il susseguirsi degli stili che hanno reso famosa la ceramica di Albissola (e Albisola). Vediamo i 4 principali stili nel dettaglio.

LEVANTINO. Questo decoro è costituito dal disegno schizzato di minuscoli personaggi e animaletti ma anche di elementi paesaggistici come casolari, alberelli, ecc. Risulta molto diffuso nelle maioliche del pieno secolo XVIII. Applicato a tutto campo, oppure entro riserve stagliate su fondo viola di manganese (talvolta azzurro o giallo) steso a spugnato o a robuste pennellate. La realizzazione o sempre su maiolica bianca. Il suo nome deriva dalla famiglia di ceramisti, i Levantino appunto, attivi in Savona e Albisola dalla seconda metà del XVII secolo, e per tutto il XVIII secolo, che seppero realizzarlo con grande maestria.

CALLIGRAFICO NATURALISTICO. Introdotto nella prima metà del XVII secolo nelle fabbriche di Albisola e Savona, il decoro, che riprende i motivi delle porcellane cinesi dell’epoca, deve sua denominazione alla tecnica di pittura, cioè al segno quasi calligrafico che delinea il disegno e ai soggetti prevalentemente naturalistici. In particolare si nota che ai soggetti orientali – lepri, cerbiatti, cani, uccelli tra erbe e foglie lanceolate, fiori e palmette – furono sovrapposti anche motivi occidentali quali castelli, campanili, chiese, figure umane con contorni di cipressi. La realizzazione è su maiolica bianca o azzurrina in monocromia blu nella fase iniziale e poi in policromia con i colori verde, arancione, blu e giallo nel corso della produzione.

ANTICO SAVONA O BIANCO E BLU. Il decoro fu introdotto, alla metà circa del secolo XVII, dalla famiglia Guidobono al cui capostipite Giovanni Antonio (1631-1685) si fa risalire la definizione a chiaro scuro del monocromo turchino. È costituito fondamentalmente dalla rappresentazione della figura umana collocata in un paesaggio costituito da un primo piano con cespi vegetali e con piccole rocce e da un secondo piano con prati, alberi, qualche casa o castello e da un piano di fondo con montagne e nuvole. Una decorazione meno impegnativa è costituita dalla raffigurazione di qualche putto soltanto o del solo paesaggio. È realizzato su maiolica bianca o azzurrina in monocromia blu ma anche, più raramente, in policromia.

Art Dèco o Stile 1925.Introdotto nella produzione albisolese da Manlio Trucco a partire dal 1925, traduce in ceramica i canoni dell’Art Dèco. Segna il ritorno della decorazione “a protagonista” nel XX secolo. È realizzato in terracotta decorata sottovernice a motivi floreali e vegetali stilizzati, ma vi sono anche animali e la figura umana. In questa tipologia la decorazione copre per intero l’oggetto e i colori sono vivaci, tipico il colore giallo con il manganese o il bruno-nero e tocchi di bianco e rosso; c’è anche la monocromia in bruno-rosso, ma anche la policromia con l’azzurro, il verde, il nero, l’arancio; in sintesi una ricca tavolozza di colori che è specifica negli abbinamenti.



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Ceramiche Mazzotti

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